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 Trasmettere la fede alla nuova generazione

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MessaggioTitolo: Trasmettere la fede alla nuova generazione   Trasmettere la fede alla nuova generazione Icon_minitimeVen Set 19, 2008 1:48 pm

Trasmettere la fede alle nuove generazioni par un titolo innocuo, invece risulta problematico, perché tanti sono gli elementi previi da affrontare prima di poter aiutare gli adolescenti e i giovani all’incontro con Gesù Cristo, persona e Signore della storia e del tempo. Quale identikit culturale possiamo tracciare della generazione giovanile?Il popolo della notte e del nulla?...Prendendo a riferimento alcuni studiosi del mondo giovanile come Galimberti con il suo libro: L’ospite inquietante: il nichilismo ed i giovani (Feltrinelli, Milano 2007) o Cavalli con il suo articolo: I Giovani non protagonisti (Il Mulino/3, Bologna 2007) si ha la chiara percezione che il mondo giovanile sembra avvolto da una coltre di fitta nebbia che rende la loro percezione indistinta e annichilita sugli stereotipi proposti da mode e mass-media e se da tale nebbia esce qualche “caso” degno di nota sembrano solo e soltanto inquietanti fantasmi come i fenomeni di bullismo, le stragi del sabato sera, le violenze sessuali di gruppo. In sostanza, possiamo dire che i “casi” prendo­no il posto della “condizione” e la “generazione invisibile” (così è stata definita) sembra fare notizia solo nel caso in cui manda segnali scomposti e negativi. Per questi autori, avvicinandosi e diradando questa coltre nebbiosa, le prospettive non migliorano, scoprendo invece una desertificazione del senso: si parla infatti della “generazione del nulla”, connotata da gran­de sazietà e da una asfissiante compravendita di beni di consumo; accompagnata da assenza totale di prospettive ed orizzonti nei quali il presente è l’unico assoluto; animata da un grande analfabeti­smo emotivo e guidata da figure educative non dominanti e cariche di paure e desideri frustrati, perché i genitori di questa generazione sono figli delle delusioni e del riflusso del sessantotto.Anche se ci sembra un identikit fortemente negativo, vi sono altrettanti autori come Segalini, Brunini, Manenti che suggeriscono una lettura positiva di questa nebbia per poter innescare proposte educative e spirituali: tutti e tre affermano, infatti, che il terreno della notte e della policromia di senso delle esperienze che i giovani sperimentano diventa un humus fecondo sul quale far crescere la socializzazione e la spiritualità giocando con la logica del sogno a rileggere e rielaborare eventi ed emozioni. O il popolo degli eterni bambini?…
Se passiamo a fonti più oggettive come le indagini statistiche di Eurostat e di IARD e ai commenti di Boeri e Galasso (Contro i giovani, Mondadori, Milano 2007), si dissipano gli stereotipi, ma il quadro resta affaticato: l'Italia è un pae­se vecchio, a crescita zero, i cui giovani, nati con una fetta di debito pubblico da pagare (80.000 euro a testa), senza prospettive di pensione e con lavori precari, escono di casa ed entrano nel mercato del lavoro in età adulta (29,7 anni per i maschi e di 27,1 per le femmine), presentando per di più un basso livello culturale e carenze formative in tutte le direzioni del sapere, snobbando politica e associazioni. Eppure le statistiche riferiscono che il 90% dei soggetti non prova disagio, anzi è soddisfatto della propria vita; considera valori fondamentali: l’amo­re, l’amicizia, l’intimità, la reciprocità, l’impe­gno sociale (gli stessi di 50-40 anni fa); ha fiducia nelle istituzioni come: l’esercito, i carabinieri e la poli­zia, mentre ha scarsa fiducia verso: banche, mass-media, parlamento, governo, partiti e sindacati. Tuttavia essi restano dei battitori liberi e sentono la vita come una partita da “giocare da soli” per trovare la propria identità e il proprio orizzonte di senso, vincendo quella precarietà in cui vivono e che indirettamente li soffoca. In sintesi, da queste statistiche emerge che i giovani sembrano adolescenti con nu­merosi debiti formativi, come se la famosa “età negata” si sia ripresa la rivincita, protraendosi a volte sino ai 30 anni. Per questo identikit più sereno, gli esperti sottolineano percorsi esperienziale seguiti dalla comunità cristiana di appartenenza affinché, superate le fughe in attivismo e alienazione, li aiutino a passare dai desideri ai progetti.

(Di EZIO GAZZOTTI. Don Francesco Barsotti suggerisce, per lo stesso tema, anche la lettura di altri articoli che si trovano sul sito dell'Arcidiocesi di Pisa)
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MessaggioTitolo: Re: Trasmettere la fede alla nuova generazione   Trasmettere la fede alla nuova generazione Icon_minitimeVen Set 19, 2008 2:34 pm

Ehm... troooppo lungo.. mi fai una BREVE sintesi?? Razz
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